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venerdì 1 dicembre 1995

Cerro Piergiorgio, "Gringos Locos", tentativo

Il mio primo viaggio alpinistico extraeuropeo, invitato da Maurizio Giordani per tentare una delle pareti più belle del mondo, ancora mai salita nel suo lato Nordovest, il più alto.
Fino alla base della parete ci accompagnano i nostri amici vecchietti (Margola, Boselli, Cabas e Bonfanti), poi ci lasciano soli al nostro progetto.
Un'esperienza durata solo 25 giorni, noi due in parete, con poco materiale, al nostro massimo livello di forma e testa per l'arrampicata.
Così creiamo "Gringos Locos", il nostro capolavoro incompiuto...


sabato 5 agosto 1995

Jumar Iscariota, prima ascensione solitaria

Badile parete NW, al centro il Pilastro a Goccia (foto M.Volken)
(racconto del 1995 pubblicato su Intraisass)

Dieci giorni di torture al fisico sotto forma di alcool, fumo, donne e altre porcherie, dieci giorni di completa dimenticanza dei problemi alpinistici del momento, dieci giorni nei quali non mi ero più riconosciuto, poi ho capito che forse sarebbe stato meglio non essere riuscito a farla. “LA Via” mi aveva succhiato il cervello ed in quei giorni successivi, con una Marlboro fumante in bocca, ero costretto a battere i tasti del computer per ritrovare l'origine del mio soprannome, vale a dire un fanatico arrampicatore in cerca di emozioni forti, avventure totali e rischi da aggirare sapientemente.

venerdì 23 giugno 1995

Averta, "Soli di Ghiaccio", prima solitaria

Al centro, l'inconfondibile diedro di "Soli di ghiaccio"
Salito al Rifugio Allievi-Bonacossa il 22 giugno, ho raggiunto la mattina successiva la base della parete della Costiera dell’Averta sulla quale sale la difficile e famosa via dei “Soli di Ghiaccio”, aperta da Merizzi e Miotti nel 1982.

sabato 25 marzo 1995

Mont Blanc du Tacul + Grandes Jorasses in solitaria

Speed-solo sul "Linceul", Grandes Jorasses;
Questa foto me la scattò una cordata francese con la quale condivisi
la lunga e complessa discesa dalla Cresta des Hirondelles alla Val Ferret

La mia avventura è partita dall’Aiguille du Midi dopo aver dovuto attendere più di due ore a Chamonix per districarmi nella coda dei numerosi (troppi) sciatori della Vallée Blanche.

Finalmente alle dieci e trenta esco dal tunnel della funivia e, calzati i miei piccoli sci da 1 metro e trenta, comincio a scivolare verso il Tacul.
Con me ho solamente un piccolo zainetto da escursionista contenente due piccozze, i ramponi, una corda da 7 mm lunga 100 metri, una borraccia e qualche alimento energetico. Giunto all’inizio del mio primo obiettivo lascio gli sci e, superata la terminale, comincio a salire lungo il canale nevoso che mi porterà alla goulotte "Gabarrou-Albinoni".

martedì 28 febbraio 1995

Cascate in Val di Zocca, prime salite

Le prime salite sul muro di cascate della Val di Zocca, prima dell'entrata del pianone e sotto il Rifugio Allievi-Bonacossa (è rimasto anche il termine "le cascate dell'Allievi").
Per l'occasione esplorativa riesco a scomodare e convincere l'amico Ezio Marlier ed il maestro Patrick Gabarrou che era in giro con lui in quel periodo. Il sabato, appena arrivati, saliamo sopra il campeggio al "Couloir per nostalgici" e lo allunghiamo fino in cima con due tiri belli e non banali.
Domenica presto, in 4 ore e tanta neve arriviamo sotto le cascate di Zocca, tutte per noi.
Una scelta facile se puoi scegliere: la più bella e la più grossa, cioè l'estetica di "Chandelle Gabarrou" (dedicata al suo primo salitore) e la quantità di ghiaccio del muro gigante di "Rampikino mayday" (per il nome chiedere a Ezio il perchè :-) .

Le cascate della Val di Zocca (o cascate dell'Allievi)

venerdì 17 febbraio 1995

Valgrisenche, Cascata di Planaval, prima salita

Il primo incontro con il maestro del ghiaccio Patrick Gabarrou, chiamato dal local Ezio Marlier che ospita me e Nicolò Berzi in queste trasferte ghiacciatorie valdostane, vuol dire subito una prima ascensione di spessore in terra occidentale.
Sotto una fitta nevicata, in due cordate risolviamo l'ancora inscalato cascatone sopra Planaval.
Il giorno dopo, sempre con Gabarrou ma senza Ezio, saliamo nel lato opposto della valle una linea molto bella ma più semplice, che chiamiamo "Le professeur de la glace" (dedicata al Gab).

In alto, la Cascata di Planaval