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sabato 24 settembre 2005

Un Budda sul Badile

Immagini e video della nostra provocazione più religiosa.
E' giusto che le vette vengano riempite di croci?

Con Mario, ideatore della faccenda, Jacopo e Giovanna, la salita del Buddino lungo la via normale del Pizzo Badile.

Un gesto che scatenerà diversi dibattiti e reazioni contrarie, tanto che la nostra statuetta di 13 kg sparirà già due anni più tardi... Evviva la tolleranza!

Uno dei tanti articoli, questo del Corriere della Sera.


domenica 28 agosto 2005

Gola di Val Brutta, prima discesa

Con Jacopo e Mario finalmente ci infiliamo con una corda, qualche chiodo da roccia e l'immancabile canoa nella gola di Val Brutta "originale", quella che scende dalla cava prima di Franscia fino a Tornadri. Percorso inforrato con pochi passaggi acquatici (se hai la canoa) e una corta ma difficile doppia da posizionare a metà (chiodi lasciati).

sabato 16 luglio 2005

Trip One - Charakusa

L'ultima settimana della spedizione Trip One di Up Project, una settimana di "vacanza" dove rimaniamo solo in tre, con Cristian Brenna e Hervé Barmasse. In una lunga giornata di cammino spostiamo il campo dal Chogolisa glacier a quello del Charakusa, dove passeremo i nostri ultimi giorni tra un tentativo di via nuova sull'Iqbal's Wall (salito nel 1998 con Natale Villa e Galen Rowell) e la riuscita salita della piramide perfetta, il Nayser Brakk, dapprima iniziato lungo la via di Steve House e C. ("Tasty Talking") poi finito per la classica via Inglese.

(foto di Hervé Barmasse)

Brenna fa stretching al campo base del Charakusa

domenica 26 giugno 2005

UP Trip One - Scudo del Chogolisa, "Up & Down"


(dal diario della spedizione)

C'è odore di summit day nel Chogolisa.
Più della metà del team è infatti all'opera sui suoi problemi verticali. Ongaro e Bellin si svegliano nel portaledge e cominciano il loro terzo giorno sul Capucin mentre quelli del pilastro dello Scudo decidono di partire molto presto per finire la via che sta durando troppo.
Colazione alle 4.30 e alle 7 di mattina Barmasse, Maspes, Brenna e Checca Chenal sono subito al colletto in cima al primo pilastro. Da qui si ripercorrono i tiri centrali aperti il giorno precedente fino all'inizio della verticale parte finale.

sabato 21 maggio 2005

Qualido, Nalda per scommessa su "Magic Line"

Alessandra la "Nalda" supera se stessa in questa lunga giornata, nata per scommessa con due giovani leve dell'alpinismo valtellinese che erano appena state respinte dalla lunghezza delle vie del Qualido.
E' possibile che una ragazza che scalicchia saltuariamente e non ha mai fatto una via lunga lunga riesca a salire in giornata da San Martino alla vetta del Qualido?
Partiamo alle 4 e mezza di mattina da casa e alle otto di sera siamo già lavati e pronti a mangiare con le gambe infilate sotto un tavolo del campeggio.
Mitica Nalda.

Secondo tiro

domenica 20 marzo 2005

Punta Ferrario, "Hidargos" - prima salita e invernale

Partiamo mercoledì 16 marzo e saliamo in 5 ore al bivacco Manzi-Pirotta in alta Val Torrone. Con me ci sono Fabio Salini e Giuliano Bordoni.

Obiettivo per i prossimi due giorni è di tentare di ripetere la “via del Centenario CAI” (o via dei Monzesi), aperta da Vasco Taldo, Josve Aiazzi e Angelo Pizzocolo nel 1963 in due giorni di scalata. Si tratta di una delle vie dure storiche della zona, insieme al Picco Luigi Amedeo la più impegnativa del Masino in quegli anni, con un lungo muro strapiombante da superare tutto in arrampicata artificiale lungo una lineare fessura di 3 tiri (A2/A3). La via conta pochissime ripetizioni, che io sappia non più di 5 o 6 e la più recente è quella del sondriese Paolo Cucchi e di Salvatore Giuliano qualche estate fa.

Il 17 marzo ci avviciniamo alla parete e attacchiamo lo zoccolo dapprima lungo una fessura con qualche chiodo (“Diedro dei Cecoslovacchi” del 1980) poi aprendo due tiri nuovi (6b obbligatorio) per evitare una zona ghiacciata, giungendo sulle cenge sotto al muro giallo. Saliamo ancora 2 tiri di corda che ci portano all’inizio della fessura strapiombante e lasciamo qui tutto il materiale che ci servirà domani per proseguire, fissando le nostre 3 corde (2 da scalata e una statica) lungo il 5° tiro e sullo zoccolo.
Nel pomeriggio ritorniamo al bivacco Manzi-Pirotta e passiamo la notte qui. Tempo fantastico e caldo fino al pomeriggio, quasi a livelli di temperatura estiva, poi ventosissimo per qualche ora.

Il 18 marzo siamo all’alba a risalire le fisse in parete e alle 8 di mattina, alla base del tratto dove dobbiamo proseguire, constatiamo la rottura di una delle nostre 2 corde da scalata. Nostro malgrado rinunciamo a proseguire sulla “via del Centenario” in quanto sarebbe troppo pericoloso superare tutto il muro strapiombante con una sola corda da 8 mm e una corda statica. Decidiamo però di traversare verso lo spigolo destro della parete per cercare di raggiungere la via della parete Est-Sudest (Bernasconi – Bignami – Meroni 1952) e provare a salire in cima.

Dopo 3 tiri nuovi lungo placche e un grande diedro obliquo (6a max) raggiungiamo lo spigolo dove passa una via sconosciuta aperta pochi anni fa da Paolo Cucchi e Antonio Taglialegne, spostandoci un poco a destra per prendere una linea di diedri e fessure che sembra salire lungo tutto il muro fino in cima. Da qui siamo su terreno vergine e superiamo 3 faticosi e lunghi tiri di corda con passaggi delicati ed esposti (passo chiave 6b+ obbligatorio protetto da un copperhead) fino a raggiungere di nuovo lo spigolo e a ricongiungerci con l’uscita della “via del Centenario”. In altre 2 ore seguiamo i tiri finali e siamo in vetta. Scendiamo lungo la parete Ovest con 4 corde doppie e rientriamo in Val di Mello alle ultime luci del giorno.

Giornata fantastica e calda, peccato aver dovuto arrampicare con lo zaino e tanto materiale al seguito che avremmo dovuto utilizzare sulla nostra idea originale. Ridicolo forse parlare di ascensione invernale, a parte qualche cengia nevosa in scioglimento le condizioni erano decisamente estive.

In totale abbiamo superato 8 tiri nuovi + 5 delle altre vie della parete, circa 600 metri di sviluppo con difficoltà massime fino al 6b+ obbligatorio esposto. Sulla via nuova, chiamata “HIDARGOS” è rimasto solo il copperhead che protegge il passo più difficile.


venerdì 28 gennaio 2005

La Cascata del Ferro

Pur vivendo in valle da una ventina d'anni, solo una volta sono riuscito a salire la più bella cascata di ghiaccio della zona. Vista l'esposizione Sud, deve fare molto freddo per molti giorni.
Con Jacopo saliamo di corsa e slegati mentre la cascata si sta già sciogliendo, evitando solo il primo tiro non formato (entriamo nel flusso passando dalla placca di sinistra).