Speed-solo sul "Linceul", Grandes Jorasses; Questa foto me la scattò una cordata francese con la quale condivisi la lunga e complessa discesa dalla Cresta des Hirondelles alla Val Ferret |
La mia avventura è partita dall’Aiguille du Midi dopo aver dovuto attendere più di due ore a Chamonix per districarmi nella coda dei numerosi (troppi) sciatori della Vallée Blanche.
Finalmente alle dieci e trenta esco dal tunnel della funivia e, calzati i miei piccoli sci da 1 metro e trenta, comincio a scivolare verso il Tacul.
Con me ho solamente un piccolo zainetto da escursionista contenente due piccozze, i ramponi, una corda da 7 mm lunga 100 metri, una borraccia e qualche alimento energetico. Giunto all’inizio del mio primo obiettivo lascio gli sci e, superata la terminale, comincio a salire lungo il canale nevoso che mi porterà alla goulotte "Gabarrou-Albinoni".
La percorro in circa mezz’ora, superando alcune cordate di Italiani e Francesi dopodiché scendo velocemente in corda doppia lungo la goulotte ed il canale per ritornare agli sci. Sono molto tentato dalle altre vie del Tacul quali il couloir "Modica-Noury" o il "Supercouloir", veramente in ottime condizioni, ma il mio viaggio si sposta ora in un’altra zona. Scendo lungo la Mer de Glace affollata di sciatori fino alla giunzione con il ghiacciaio di Leschaux dove mi fermo a calzare le pelli di foca. Dieci minuti dopo sono già in un’altra dimensione : silenzio assoluto, neve vergine e la parete Nord delle Jorasses che appare piano piano. Giungo allo spartano rifugio dopo quasi due ore e vi trovo alcune cordate francesi già all’opera nel preparare la cena. C’è anche Remy Escoffier che con tre amici salirà domattina lungo la stessa via che ho in mente di percorrere io, il "Linceul".
Riparto dal Rifugio Leschaux verso mezzanotte dopo aver riposato un poco ed aver recuperato parte delle energie già bruciate. Due ore dopo attacco la via e, alla luce della pila frontale, salgo le ripide goulotte della prima parte, la più difficile, superando anche qui alcune cordate francesi. Il "Linceul" vero e proprio è semplicemente una grande e monotona fatica che cerco di alleviare contando i passi e fermandomi ogni tanto per vedere l’avvicinarsi della cresta. Quattro ore di ascensione per sbucare all’alba sulla Cresta des Hirondelles dove termineranno finalmente le mie preoccupazioni per la salita e cominceranno quelle per la lunga e complessa discesa che mi porterà in Val Ferret.
Ringrazio l’amico Ezio Marlier per avermi motivato e preparato per questo lungo viaggio glaciale.
La Nord delle Jorasses dal rifugio Leschaux |
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