Con Massimo Faletti ai Corni Bruciati, per aprire la via diretta sul pilastro che era stato costeggiato a destra dalla via di Popi Miotti e Camillo ("Pilastro Enfasi").
Scopriamo che i muri verticali immaginati sono in realtà dei pilastri separati da profondi diedri. Apriamo la via senza cambiarci le scarpe da avvicinamento, tutta con protezioni veloci e con difficoltà fino al VI+ o VII- (6a+), salendo per una decina di tiri complessivi e il resto slegati. Ci aspettavamo una cosa più difficile ma scopriamo che su questa roccia bella e ruvida è difficile andare a "impegolarsi" su alte difficoltà.
| Max Faletti, una garanzia di divertimento. |
| Inizio con tiri "colanti". |
| Poi via slegati fino al pilastro vero e proprio. |
| Nessuno vuole ancora mettere le scarpette d'arrampicata. |
| Il tiro più bello. |
| Via lo zaino. |
| Ultimo tiro, completiamo la via con le scarpe d'avvicinamento gommate climbing. |
| In vetta come modello Marmot. |
| Coglionate di vetta. |
| Dalla parete verso i Pizzi Torrone. |
| Dopo la discesa, alla baita del Moro a Scermendone dove becchiamo Elisa e Luisa. |
| Il grande tavolo inciso dal mitico Moro. |
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