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lunedì 28 luglio 1997

Grand Capucin, "Voyage selon Gulliver", prima solitaria (?)

GRAND CAPUCIN (3838 m)
parete Sud-Est
via “VOYAGE SELON GULLIVER” (Michel Piola-Pierre Alain Steiner 1982)
400 m
ED+
diff. max 7a+ e A1 (3 pendoli)

Ripetizione in solitaria (prima solitaria ?) in circa 5 ore (dalle cengie Bonatti fino ad un tiro dalla cresta) - autoassicurato su due terzi dell’itinerario.

Quest’anno avevo in mente di ripetere in solitaria alcune tra le vie moderne più importanti e difficili delle Alpi Centrali e anche delle Occidentali. Se il tempo mi aiuterà e se il lavoro di Guida Alpina mi lascerà libero, ho in progetto ancora qualcos’altro ma credo che già due salite di questo genere possano appagarmi, comunque vadano le cose.
Anche questa ascensione, come per la “Spada nella roccia” al Qualido (maggio 1997), è un’idea di tre anni fa, evidentemente il numero tre mi porta fortuna!
Perchè da solo?
Il motivo di questa mia “passione” è semplice: quando sali una via in solitaria, sia slegato che autoassicurato, sei proprio tu che hai salito quella via, senza l’aiuto di nessun compagno e senza nessun supporto morale. La concentrazione raggiunge dei livelli incredibili e anche in questa occasione posso confermare che quando vado da solo arrampico ad un livello decisamente superiore rispetto a quando sono in cordata con un amico.
Riguardo alla questione dell’autoassicurazione, posso dire che su queste vie estreme solamente un gran numero di ripetizioni preventive porterebbe ad un ipotetica salita senza la corda (la vera solitaria “pura” e integrale), se esistesse ora qualcuno che può farlo (forse un suicida?). Facendo ciò, però, la montagna si trasformerebbe in un campo d’allenamento in attesa dell’exploit e questo non mi piace.
Immaginate un alpinista che ripete la stessa via per 20, 30 o 40 volte, per poi salirla di corsa senza usare la corda... E’ un po'  lo stesso discorso per le prime salite in arrampicata libera: provare e riprovare un numero di volte per poi conoscere a memoria ogni appiglio e salire senza toccare i chiodi.
Per conto mio, la mia “etica” nelle solitarie è molto diversa. Amo percorrere da solo itinerari che non ho mai salito precedentemente neanche in cordata, o al limite ripetuti solo una volta. La “Spada” non l’avevo mai percorsa in precedenza (contava solo una ripetizione) mentre “Voyage” l’avevo già salita in cordata sette anni fa, quando avevo 18 anni.

La decisione è stata improvvisa, come sempre per queste salite che coltivi da anni, e 24 ore dopo una giornata al Sasso Remenno arrampicando con clienti mi trovavo al Rifugio Torino nel tardo pomeriggio di domenica 27 luglio. Già nel 1995 avevo effettuato un tentativo solitario, fermato dal brutto tempo che mi aveva raggiunto alla base della parete.

Sono partito lunedì mattina alle 5,30 e due ore più tardi, dopo aver superato il canale d’attacco e il primo zoccolo roccioso, ero sulle cengie mediane del Grand Capucin, dove inizia la via vera e propria, già illuminato dal caldo sole di una giornata stupenda.
Mai come questa volta ho provato tanta emozione nel partire.
Ho lasciato gli scarponi, i ramponi e alcuni vestiti sulla cengia all’attacco (dove sarei ritornato poi in corda doppia) dimenticando però la piccozza appesa all’imbragatura che avevo indosso. Dopo i primi 20 metri di arrampicata, incastrato in un caminetto che stavo salendo slegato, sentivo che qualcosa raschiava contro la roccia e mi sono accorto che avevo ancora la piccozza con me. Per fortuna un alpinista spagnolo era ancora sulla cengia per traversare alla via “Bonatti” e ho potuto così calargli la mia piccozza da sistemare vicino all’altro materiale.
La salita si è svolta senza particolari intoppi, a parte tre traversate a pendolo che mi hanno impegnato con le complicate manovre dell’autoassicurazione.  
Per essere precisi e onesti (molto importante in questi tempi - vedi storia Cerro Piergiorgio), la salita l’ho terminata ad una facile lunghezza dalla cresta terminale, dopo aver percorso l’ultimo tratto difficile, e ho deciso quindi di scendere in doppia lungo lo stesso itinerario di salita.

Alle 3 del pomeriggio ero alla base della parete e in un’ora sono rientrato al rifugio, in largo anticipo anche per prendere la funivia e scendere all’auto (cosa che assolutamente non avevo preventivato!).
Avevo in programma di restare nelle Occidentali per qualche giorno in più, a tentare altre salite solitarie che ho in testa, ma le cattive condizioni di innevamento del massiccio mi hanno convinto a rientrare in Valmasino (forse sarebbe stato meglio portare il materiale per le vie di ghiaccio poichè si trovavano in condizioni eccezionali!).

Sono molto contento (ovviamente!) di quello che ho fatto, soprattutto perchè quando “giochi fuori casa” secondo me le salite assumono un valore più significativo.
Per fare paragoni, la “Spada” è una via tecnicamente più difficile ma “Voyage” ha un carattere decisamente più alpinistico, sia per la quota che per l’ambiente.
L’itinerario è considerato come una delle più belle scalate su granito delle Alpi intere, di grande valore storico poichè è stata tra le prime salite moderne del Monte Bianco, alla ricerca dell’alta difficoltà in arrampicata libera. Fino a poco tempo fa era anche una delle più difficili ascensioni su roccia del massiccio, ora superata da altri moderni itinerari tecnicamente più difficili.

Credo che si tratti della prima ascensione solitaria poichè mai ne ho sentito parlare su riviste italiane e straniere, e come sai sono molto informato. Comunque prima o seconda che sia questa volta non mi interessa, “Voyage” era una storia ormai molto personale...
L’ultima solitaria di rilievo sul Capucin portava la firma di Jean Cristophe Lafaille, che ha salito la “Directe des Capucines” nell’inverno di qualche anno fa.


La mia prima "Voyage", nel 1990
insieme ad Oscar Meloni e Luciano Barbieri


Luciano nei tiri alti della via.
Con lui, gran maestro dell'ingaggio, tornerò l'anno dopo sul Grand Capucin
per una delle primissime ripetizioni di "L'elixir d'Astaroth".

1 commento:

  1. Complimenti!!! L'ho fatta quest'estate tutta da 1* ma inimmaginabile in solitaria... anzi su due 7a mi sono appeso come un salame... Credo però che le sensazioni provate da te siano imparagonabili...

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