Visto che non l'avevano ancora fatto, ritorno al Cerro Piergiorgio per finire "Gringos Locos", linkandoci l'obiettivo su ghiaccio/misto del San Lorenzo, che avevo tentato nel 2002 con Diego Fregona.
Non parteciperò a questa seconda parte perchè il Cerro Piergiorgio mi stava matando...
La volta più vicina alla fine, la mia spedizione più fortunata...
Ecco il resoconto che scrissi per le riviste:
Se il Trip One in Karakorum l’avevamo soprannominato un  “villaggio vacanze per  alpinisti indipendenti” con difficili scalate in  quota ma con un comodo  e “servito” campo base di stile himalaiano, il  secondo viaggio — Trip  Two — di UP Project ha preso altre sembianze: un  ambiente più alpino ma  anche un lungo “combattimento” fatto di tante  attese, svariati  tentativi, incidenti lievi e diverse incertezze. 
Così è l’alpinismo in Patagonia: una scommessa.
C’erano due obiettivi di spessore per due team e due mesi differenti.
La Nordovest del Cerro Piergiorgio, una parete all'epoca ancora inviolata e che   molti definiscono la più “linda” e nascosta della regione del Fitz Roy,   e l’ancor meno conosciuta Nordest del Monte San Lorenzo, colosso di   ghiaccio e misto situato nel Nord della Cordigliera Patagonica. 
In UP la chiamiamo la “banda” ed anche questa  volta era bella  eterogenea. Il sottoscritto come ideatore del progetto,  l’eclettico  valdostano Hervé Barmasse come miglior spalla che si possa  avere in  ogni terreno, il giovanissimo valtellinese Elia “Panda”  Andreola come  cavallo da corsa saltato qui dallo scialpinismo  competitivo, ed infine  due talenti affermati della roccia e del  ghiaccio alpino come  l’altoatesino Kurt Astner ed il bergamasco Yuri  Parimbelli, guide  alpine ed entrambi prontissimi a giocare le carte nel  loro primo trip  patagonico.  
Per il San Lorenzo ad inizio marzo  sarebbero invece arrivati due che in  Patagonia erano già stati baciati  da tanta fortuna e avevano risposto  con classe: il valtellinese  Giovanni Ongaro e lo svizzero Lorenzo  “Pala” Lanfranchi, vogliosi di  conoscere una nuova zona dopo aver già  messo nel sacco cime da sogno  come il Cerro Torre, il Fitz Roy.  
Il team veniva infine completato con  un determinatissimo giovane  alpinista comasco alla sua prima esperienza  fuori dalle Alpi, il  “Berna” Matteo Bernasconi.
CERRO PIERGIORGIO 
Quasi mille metri di eccellente e verticale granito con alcune linee  immaginate e già provate da cordate internazionali.
La nostra idea era  ripercorrere e terminare il tentativo “Gringos  Locos” (Giordani-Maspes  1995) che si era spinto fino a tre quarti del  muro roccioso.
Un mese solo era il tempo a disposizione per la scalata di questa big   wall. La prima scommessa, trovare almeno 5 o 6 giorni di meteo ideale e   senza vento. 
Sbarcati nell’America del Sud, inizia una corsa avanti ed indietro   dalla Valle del Rio Electrico, trasportando tutto il materiale da   scalata fin sotto la parete, distante 30 km dalle ultime strade. 
Le condizioni secche dei ghiacciai obbligano ad un campo base con due   tende e non, come auspicato, in una più comoda e sicura truna nella   neve. Si sfruttano subito i primi due giorni di bel tempo ed il team   sale 7 lunghezze di corda, con difficoltà fino al 7a/b e A3. 
Lunedì 20 febbraio pare per tutti il giorno  decisivo: terza giornata di  scalata e la possibilità di mettere una  decisa ipoteca su un prossimo  assalto in stile alpino verso la vetta.
Nel pomeriggio però, mentre Barmasse, Astner e Parimbelli sono   all’undicesima sosta della via, una frana di sassi parte da una cengia  e  rovina a valle, investendo in pieno Maspes e, in parte, le tende.
Per  Maspes, baciato dalla buona suerte, solo contusioni e ferite di  varie  dimensioni. Andreola invece, al riparo sotto un grosso masso  sporgente  al campo base, ne esce fortunatamente illeso. 
Il team in parete si cala velocemente ed alla sera raggiunge il campo,   provvedendo subito ad aiutare il compagno e capospedizione a scendere   verso il paese per le prime cure. 
Niente campo base sicuro e pericolo nel canale di accesso alla parete.   La decisione unanime del gruppo è, a questo punto, quella di   abbandonare il tentativo al Cerro Piergiorgio. 
Nei 10 giorni restanti ancora un viaggio sotto lo parete per portare a   valle il materiale restante. Si pensa a qualche scalata più “veloce” in   caso di ritorno del bel tempo. 
Un primo successo viene raggiunto con due cordate che salgono l’Aguja   Guillaumet. Astner e Parimbelli per la classica via “Fonrouge”,   Barmasse e Andreola lungo via “Brenner” . Due salite veloci e parallele   con un arrivo quasi in contemporanea sulla vetta. 
Poi, poco prima del rientro del gruppo in Italia, compare ancora un ultima finestra di tempo buono.  
Partiti nel pomeriggio da Chaltén i quattro di UP salgono fino al Passo   Superior dove passano la notte in una cueva di neve, con l’idea di   tentare l’indomani la scalata dell’Aguja Poincenot, il più grosso dei   satelliti del Fitz Roy. Una delle poche salite fattibili dopo le   nevicate ed i primi freddi dell'autunno in arrivo.  
Al mattino, senza  Astner bloccato dal mal di stomaco, Barmasse,  Parimbelli ed Andreola  raggiungono la base della parete e riescono a  salire la via “Whillans”  di questa cima. 
Per il primo UP team, questo Trip Two è un’avventura un po’   rocambolesca ma con un bilancio che comunque valuta positivo. In solo   un mese di tempo, prima il bel tentativo sul Piergiorgio, interrotto   per cause oggettive, seguito dalle le ripetizioni di tre vie che da   sole forse varrebbero già la felicità di una spedizione alpinistica in   queste zone tormentate dal maltempo.
Video presentazione del Trip Two di UP Project
Intervista su planetmountain.com
| Giornate in cui non dovresti essere in viaggio ma già in parete... | 
| Alla Chocolateria di Chalten, casa di Anabel | 
| L'ormai classico guado del Rio Pollone | 
![]()  | 
| Campo intermedio alla Plajita | 
| Ancora Cerro Piergiorgio! | 
| La Nordovest del Piergiorgio | 
| La prima volta per Hervé, ignaro che dovrà tornarci altre tre volte prima di farcela | 
| Primo giorno di scalata per Yuri e Kurt | 
| Piedra del Fraile | 
| Campionato di boulder a Chalten, Iker Pou su "Tsunami" | 
| Dean Potter si si riposa | 
| Bouldering con i fratelli Huber | 
![]()  | 
| Panda e Arva in ri-partenza per la Valle del Rio Electrico | 
![]()  | 
| Il campo a metà zoccolo sotto la parete, rivelatosi un po' pericoloso | 
![]()  | 
| Kurt segue il tracciato di "Gringos Locos", secondo giorno sulla parete | 
![]()  | 
| Terzo giorno, Hervé raggiunge il "buso" | 
![]()  | 
| Il luogo dove sono stato colpito dalla frana | 
![]()  | 
| Discesa notturna dopo la frana, zoppicante ma sto bene | 
![]()  | 
| Finalmente da Carolina per curare le ammaccature | 









Nessun commento:
Posta un commento