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Il gruppo del Bernina in inverno, dal Roseg (a sin.) fino al Palù |
(racconto di scalate invernali per la rivista Montebianco)
La Grande Cresta, le prime esperienze personali
Febbraio 1993: un amico l’ha tentata a fine dicembre, raggiungendo la base del tratto più difficile e rinunciando poi per la stanchezza del suo compagno di cordata. I due non avevano con loro il materiale da bivacco e l’amico ottimisticamente prevedeva di compiere l’ascensione in un solo giorno.
Sono a casa rintanato nel locale dove tengo tutto il materiale alpinistico. Preparo tutto il necessario per la partenza, fissata per martedì, e mi accorgo che lo zaino sarà un bocconcino da digerire lentamente. Pur economizzando al massimo con cibo e materiale ho la sensazione di non essere stato troppo pignolo con il bilancino. Tanti indumenti per proteggermi dal freddo che mi attanaglierà durante un previsto bivacco sulla cresta, ciò che è quello che mi spaventa. Tutto è pronto per partire nell’anonimato più completo, senza che i genitori sappiano quale idea ambiziosa sfornava la mia ardimentosa sete di avventura.